ovvero il destino comune
COVID-19
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, le condizioni affinché si possa verificare una vera e propria pandemia sono tre:
la comparsa di un nuovo agente patogeno;
la capacità di tale agente di colpire gli umani;
la capacità di tale agente di diffondersi rapidamente per contagio.
È il caso dell’epidemia di SARS-COVID19 in corso. In Italia, i primi due casi sono stati confermati il 30 gennaio 2020, quando due turisti provenienti dalla Cina sono risultati positivi al virus SARS-CoV-2 a Roma, anche se il primo caso 'indigeno' fu testato a Codogno il 19 febbraio e viene considerato il Paziente Zero..
L’OMS l’11 marzo 2020 dichiara che l'epidemia di coronavirus è una pandemia.
Ecco alcune domande che aiutano a comprendere il fenomeno pandemia:
1. Quali sono state le patologie ad andamento pandemico sostenute da virus o batteri nel mondo?
Nel ventesimo secolo si sono verificate tre pandemie influenzali: nel 1918, 1957, e 1968, che sono identificate in base alla presunta area di origine: Spagnola, Asiatica e Hong Kong.
I virus coinvolti furono tre sottotipi dell’influenza A, rispettivamente: H1N1, H2N2, e H3N2.
Non classificate come pandemie, tre importanti epidemie si verificarono anche nel 1947, nel 1977 e nel 1976.
Le epidemie maggiori non mostrano una periodicità o caratteri prevedibili e differiscono l’una dall’altra.
Esistono prove scientifiche a favore dell’ipotesi che le vere pandemie, originino da riassorbimento genetico con il virus dell’influenza A degli animali.
2. Quali aspetti di esse sono prevedibili dagli istituti matematici o statistici?
Il modello matematico utilizzato per lo studio ha simulato tre scenari diversi. Uno “leggero” (dove si ammala il 21% della popolazione), uno “moderato” (si ammala il 31% della popolazione) e uno “grave” (si ammala il 39% della popolazione). L’adozione di questi diversi scenari di diffusione è utile per calcolare i termini della pandemia tenendo conto delle variabili legate aa essa stessa pandemia.
Le misure di contenimento oggi applicate sono indicate nel Piano nazionale pandemico che, se utilizzate singolarmente hanno dei limiti: quelle di tipo medico. che risentono della disponibilità di farmaci e vaccini nelle dosi disponibili, quelle che limitano il contatto tra persone che rallentano la diffusione ma non modificano l’incidenza della malattia.
3. Sono state notate deviazioni dagli standard attesi di eventi speciali, come suicidi, eventi criminosi o altro?
I crimini diminuiscono; la paura è un sentimento comune e si può arrivare anche alla costituzione di criminali.
I suicidi, economici o per diretta motivazione, non si modificano nel trend che, in Italia è di 10 al giorno, Poi ci sono suicidi manifesti nella loro drammaticità come quello del ministro delle Finanze dell’Assia Thomas Schaefer: che «Era assillato dall’avanzata del virus»,
La depressione può trovare nell’umana paura della fine del mondo, che altro non è che la morte mitizzata, un ulteriore motivo di amplificazione.
La tendenza all’accaparramento di cibo o beni di consumo è un fatto comune in queste occasioni non solo in Italia.
Meno solito è il cantare o battere le mani tutti insieme e a orari stabiliti. Sono solo gesti scaramantici o di esorcismo? Penso al tarantismo pugliese, rito collettivo di guarigione; la musica ha sempre avuto un ruolo dei riti magici di guarigione e nasce come lamentazione funebre.
L’intervista all’etnomusicologo Roberto Leydi, citata tra le fonti, ci parla di un uso ancestrale della musica e delle percussioni come strumento d’occasione e il canto che si accompagna a esso.
È facile il riemergere di sentimenti arcaici e di relativi comportamenti con cui si tenta di riappropriarsi della storia con riti che a molti possono apparire offensivi e inadeguati al lutto.
4. La costante coesistenza con il lutto è l’aspetto dominante delle catastrofi naturali. Quali modi di elaborazione collettiva del lutto sono quelli osservati nella pandemia da COVID-19?
La religione occupa una posizione dominante (Messe quotidiane trasmesse in TV) e non a caso, se consideriamo l’evidenza che gli indicatori di salute sono migliori nelle comunità in cui la fede religiosa è più presente.
5. Gli effetti psicologici e comportamentali collettivi sono da ascriversi a quale aspetto della personalità?
Possiamo considerare frequenti un sentimento depressivo, implicito nella malattia in sé, con le relative modalità reattive, come la dislocazione altrove dell’origine della pandemia (la Cina, Codogno o la Germania) o antisociale, i femminicidi scatenati dalla convivenza forzata.
L’aspetto economico è trattato con riguardo dai nostri amministratori ed effettivamente è necessario perché, a catena, tutte le attività risentono e dei provvedimenti governativi di lockdown e dell’impoverimento generale per il minor gettito fiscale, quindi minori spese per le infrastrutture, tra cui medici e ospedali poi pensioni, trasporti etc.. Tuttavia, non è un abiura della salute alla malattia, poiché l’aspetto economico si adegua alle risorse messe in campo per fronteggiare la pandemia: si parla di centinaia di miliardi di euro a fronte di milioni. di infettati e migliaia di morti ogni giorno nel mondo.
C’è chi dice che sono numeri risibili, considerata la portata mondiale dell’infezione. Va considerato che questa avviene in poco tempo e per una causa infettiva accertata.
6. La guarigione dalla malattia o la fine dell’epidemia portano a miglioramenti nel campo biomedico e tecnologico. C’è un côté psicologico collettivo?
L’attesa della fine dell’epidemia, come per ogni malattia, porta a uno straordinario vissuto di attesa di una ‘nuova normalità’. Come in una metarappresentazione della psicosi maniaco-depressiva, che è evidente in tutti gli eventi luttuosi (cfr. Ernesto de Martino), alla depressione per il cordoglio cui segue la mania del banchetto rituale dopo il funerale, comune a molte culture europee e che riproduce l’elaborazione del lutto. Esiste una percezione di fine del mondo che è un sentiment che spesso la popolazione spesso non sa o non vuole esprimere.
L’epidemia di malattie infettive è propria delle grandi aggregazioni umane, come dimostrano anche i recenti ritrovamenti archeologici. Sappiamo dalla Bibbia che ve ne furono anche nell’antichità, mandate dal buon Dio per farci espiare alcuni peccati. La colpa - questa volta per avere abusato dell’ambiente, è così abbinata alle tracimazioni naturali.
In Giappone, fedeli alla linea ben espressa nel film di Kurosawa, tacciono la diagnosi critica al malato e in questo caso non fanno i test né comunicano la reale entità dell’epidemia di Coronavirus.
1 GIUGNO 2020
Zangrillo (San Raffaele): «Il coronavirus clinicamente non esiste più». Ma il Consiglio superiore sanità: «Assoluto sconcerto»
FONTI
Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (2006 ?)
Morte e piano rituale nel mondo antico, 1958 (Ernesto de Martino)
Dal lamento funebre antico al pianto di Maria, 1958 (Ernesto de Martino)
Storia e teorie della salute e della malattia, 2014 (Gilberto Corbellini)
Intervista all’etnomusicologo Roberto Leydi 18 settembre 1984